Valeria Caldi, nata ad Omegna su quel lago d’Orta,
che, da sempre, è stato il suo punto di riferimento più felice.
Vive e lavora
a Milano, ove si è diplomata
all’Accademia di Brera. Ha insegnato per anni Disegno e Storia dell’Arte,
partecipando a diversi concorsi grafico-pittorici, testimoniati da premi e
riconoscimenti.
Tra
le numerose attestazioni critiche si segnalano:
Sergio Vatta, maestro della Scuola d’Arte
Superiore del Castello Sforzesco di Milano: “ Valeria, ora romantica, intrisa di reminiscenze di quel Lago e di
quella dimensione nostalgica che la portano a rappresentarsi in quel tepore,
ora rampante nel percorrere voli coraggiosi…..Si esprime così nella sua
estemporaneità…..” (settembre 2008)
Lidia Silanos, giornalista e critica d’Arte:
“Le sue opere, sono di grande impatto emotivo
e di un’umanità mistica e commovente, frutto di una particolare sensibilità
interiore. La liricità dei suoi paesaggi, luoghi spesso vissuti e amati è
rimarcata da una tavolozza densa di colore e di atmosfere, dove un metafisico
silenzio ne sottolinea lo specchiarsi nelle calme e dolci acque lacustri del
suo luogo natio” (2009)
Xante Battaglia, 1^ Cattedra di pittura
dell’Accademia di Brera a Milano:
“
Pittrice romantica. Romantiche sono le
sue scelte pittoriche con un atteggiamento propositivo e didattico che
certamente la spinge oltre: cultura e pennellata post-espressionista, ma un
espressionismo dolce, più aderente al clima dei nostri tempi di citazioni”(2012)
Roberto Altmann, Maestro dell’Accademia di Siena e
pittore di fama internazionale:
“Il Portale del DIVINO 11.11.2011” trae la
fonte ispiratrice da un sincero sentire spirituale, che trova mezzo espressivo
dal simbolismo dell’800 e quindi dai pittori del passato che , come nel suo
caso, hanno cercato di esprimere la visione del Trascendente. L’opera, una
spirale di Energia si manifesta come nei cerchi di Dante con visioni del
Paradiso in forme angeliche che formano esse stesse il Cosmo, un Cosmo di luci
e canti, forse a creare quel suono continuo che a volte percepiamo ma che non
riconosciamo”( 2012).
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